Pubblicazioni

[…] La verità della forma non si lascia contenere in una forma privilegiata o da una modalità determinata di esistenza pittorica. La geometria delle linee non àncora a un sostrato certo le immagini: Santoddì fa di essa il tramite a un’astrazione che si manifesta nel contrasto con una emergenza dal rilievo tattile e si impone come e con un’inframmettenza visionaria, altrettanto drastica e elementare – non importa quanto vi sia di reale o la quota di irreale vi trovi posto. Come nell’accostamento incongruo e rivelatore nel segno del loto: che qui vediamo pronto a sbocciare, a spiccare il volo al di sopra un verdeggiante lockdown che annaspa in un asfittico spazio senza vie d’uscita (che non sia la pittura) […]
Rocco Giudice dal catalogo “Diario di bordo. Cronache di una pandemia”, marzo 2022

[…] Trascendere dalla pura forma è stata un’esigenza primaria…assorbire la lezione metafisica e guardare agli artisti del 900 italiano (De Chirico, Carrà, Morandi, Oppi, Casorati, Donghi) hanno caratterizzato le opere di Salvatore sviluppando in lui la consapevolezza che il saper pensare è propedeutico al saper fare. Nascono così opere dal forte impatto emotivo che sprigionano quella forza suggestiva che ammalia e che coinvolge sul piano umano il nostro sentire, fermo restando la premessa che “la bellezza delle cose sta nella mente di chi le contempla” (David Hume) […]
Salvo Russo, prefazione a “Salvatore Santoddì”, L’Inedito Letterario edizioni 2021

[…] Questo è proprio il caso del pittore e amico personale Salvatore Santoddì, docente di arte e immagine alla scuola secondaria, artista pittore da sempre, laureato all’Accademia di Belle Arti di Catania. L’inedito quindi […] da spazio anche a Salvatore Santoddì e sono in lavorazione entro la fine dell’anno, altre tre monografie di altrettanti artisti. Il lavoro va avanti e ci fa divertire mentre ci completa costantemente. Questo binomio scrittura/pittura, così lontano parrebbe, di fatto è semplicemente la ruota che gira e macina chilometri culturali lungo la strada dell’inedito letterario. I pittori aiutano gli scrittori ad avere il miglior involucro dando una visibilità, a loro volta ai pittori quel colpo d’occhio che diventa patrimonio anche del lettore stesso. […]
Fabio Martini, presentazione del libro “Salvatore Santoddì”, L’Inedito Letterario edizioni 2021

[…] è potente la figurazione di Salvatore Santoddì, anche se trasferita in una realtà altra, straniante e surreale. Le sue figure di forte realismo, i corpi pieni di cui sembra possibile sentire la consistenza della carne, fluttuano tra architetture e vedute aeree, in atmosfere soffuse di misticismo ma anche di un erotismo sottile, dove le donne, le rose e i fiori di loto partecipano di un’unica profumata fioritura”.
Alessandra Redaelli, introduzione al catalogo della mostra “Entroterra Italiano”, aprile 2008

È un paesaggio, insomma, che prende forma attraverso simboli ben precisi collegati da rimandi e analogie scoperte e maturate lungo un precedente cammino interiore. Come in Sant’Agostino l’anima umana è analoga a Dio e il mondo è un libro da leggere per spiegare i misteri della creazione, anche la pittura di Santoddì, in cui sempre è forte la luce della rivelazione – o almeno della sua ricerca -, mostra come sia l’uomo, e non l’oggettività, la sede privilegiata della ricerca e come l’introspezione possa portare al raggiungimento delle conoscenze essenziali.
Paolo Valentino da “Salvatore Santoddì. Due ma non due” Tribe Art, marzo 2008

[…] Già da queste opere “più vecchie” era chiaro il cammino che l’artista avrebbe continuato a seguire, la sua forte attrazione verso il simbolo e la dualità, molteplici i piani di lettura che Santoddì ci ha sempre proposto: nelle opere più recenti il paesaggio interagisce ancora più manifestamente con l’iconografia mistica (ed io aggiungerei anche mitica) e le sue opere hanno un aspetto sempre più rigoglioso: la Vita si manifesta nei suoi simboli attraverso l’elemento femminile, le foglie ed i fiori che entrano da protagonisti sopra gli sfondi del paesaggio siciliano, un paesaggio verde e umido di primavera od anche secco e giallo accostato alla pienezza di un corpo femminile nudo che prorompe, completa e domina il tutto. […]
Giuliana Mazzola dal catalogo “Due ma non due. Fiori bianchi e rosa rossa nel giardino mistico”, ed. Altavoz 2007

L’ultima pittura d’immagine può divenire pratica creativa di mistica, attraversando dialettiche linguistiche imprevedibili (come con la fotografia) e maschere figurali, che liberano visivamente i percorsi meditativi dell’autore. Nello stesso tempo “memorizza” istanze mitiche e movimenti del sogno, emergenti come apparenze sulle stesure narrative della tela. Queste direzioni sono “presenze” nel lavoro del giovane pittore siciliano Salvatore Santoddì che fa coincidere il momento dell’arte con quello del discorso interiore. Il suo lavoro si costruisce con la dialettica del doppio: il quadro nel quadro e il dittico variabile.
Vitaldo Conte per Entroterra, 2006

L’ occhio, il più spirituale degli organi umani, sembra trapassare e annullare nella sua imperscrutabile profondità il rapporto spazio/tempo che fin dall’inizio appare come uno degli enigmi più affascinanti e importanti per Salvatore Santoddì. A partire dagli autoritratti, già quelli del 2001 e del 2002, l’artista indaga la perenne trasformazione e l’immutabilità di una realtà e di un corpo polimorfi ma sostanzialmente della medesima natura. Lo sguardo, il senso della universale creazione e della raffinata, armoniosa composizione pittorica di Santoddì, fa precipitare e immette in un buco nero, passaggio che unisce tempi non più consequenziali, sequenze dell’eterna dimensione esistenziale.
Domenico Amoroso per Entroterra, 2006

La città fa da sfondo paesaggistico ai suoi dipinti e gli edifici, perennemente in costruzione, sono i preziosi elementi che determinano quel carattere contrastante di immobilità e movimento, di eterno e di mutevole[…] Le linee ondulate e circolari delle figure e delle pose umane creano un contrasto con la geometricità delle strutture urbane e le mani, congiunte in atto di preghiera, si elevano nella direzione dell’oggetto urbano in costruzione per sancire quel rapporto sacro tra ieri e oggi. […]
Sabina Corsaro da “Salvatore Santoddì: il pittore dei transiti terrestri” su Astratti Furori, 2004

Interessanti di Salvatore Santoddì le antiche architetture in rifacimento, metafore di un bisogno di rinnovamento e di rinascita di un’umanità che sembra, nelle sue tele, sentirne il “sacro fuoco” nelle posture in preghiera e nella luce degli sguardi carichi di profonda religiosità.
Milly Bracciante per “Apparenze mediterranee”, 2003